La nostra "santità" di pellegrini in questo mondo è un cammino tra fede confermata nella libertà e suggellata dalla grazia donata da Nostro Signore. Per ognuno di noi - ognuno chiamato "per nome" - rimane il mistero di ogni intima corrispondenza tra l'anima amata e nostro Signore, l'amato o rifiutato.
"E' mistico colui o colei che non può fermare il cammino - ebbe a scrivere Michel de Certeau - e che, con la concretezza di ciò di ciò che gli o le manca, sa di ogni luogo e di ogni oggetto che non è questo, che qui non può risiedere, né contentarsi di quello. Il desiderio crea eccesso. Esso eccede, supera e perde i luoghi, fa andare lontano, altra voce. Non abita da nessuna parte, è abitato".
Riproponiamo questo scritto di Giuseppina Berettoni, tratto dal suo diario e che di per se non è tra le più esemplificativi della sua anima mistica, ma tra quelli dove Ella tratta di questioni quotidiane, eppure ...
Era il 1907 e Giuseppina, novizia presso le clarisse, ci racconta del suo fare turno d'infermeria ad una consorella malata, di nome Maria Antonietta:
1 novembre 1907 - Dalle 10 all'una dopo mezzanotte stetti in adorazioni. Il mio spirito per la ricevuta Assoluzione, si sentiva forte e vigoroso. Meditai prima "Gesù all'orto" e poi "la gloria dei beati comprensori".
La Novizia, che mi fu compagna nell'ultima ora, non fece che piangere e sospirare.
Io, veramente, nonostante dicessi forte le mie riflessioni, non so quali poteremo essere per commuovere così animuccia! Il mio cuore era in un mare di speranza di poter un giorno far drappello circondante il trono dell'Altissimo; questo solo ricordo.
La S. Comunione non fu veramente secondo la mia aspettazione. Gesù era ... distratto; qualche anima bella, probabilmente quella della mia cara Maria Antonietta, Lo aveva incantato con le sue proteste d'amore e d'abbandono nelle sue braccia amorose.
Nel giorno nonostante l'impulso che più volte mi sentii scendere in Cappella, feci resistenza. Nel pomeriggio però riparai in qualche modo, trattenendomi tanto.
Nella meditazione della sera fui negligente nello scacciare distrazioni, e poi, per queste un po' di scoraggiamento.
Di questa pagina del suo Diario vorrei mettere in rilievo una frase: "Il mio cuore era in un mare di speranza di poter un giorno far drappello circondante il trono dell'Altissimo; questo solo ricordo".
- E la parola: mare ... se il cielo è un orizzonte senza confini, guardando il mare si è davanti un infinito del cui spazio si vede solo l'orizzonte ... che confina con l'azzurro del cielo.
"I mistici danzano sulle frontiere, tentando di parlare di ciò che si può davvero esprimere con le parole, in preda ad un excessus mentis di dantesca memoria aperta a tutto, dunque pure al rischio del naufragio psichico o della follia. Se i mistici sperimentano è come perché nessun altro provano il bisogno di cogliere ciò che è vivo nell'anima, cercando, con la propria "arte di amare" di tener testa a ciò che è quasi intollerabile" (Daniele Zappalà).
- E una seconda parola: speranza ... "di poter un giorno far drappello circondante il trono dell'Altissimo".
Che è l'orizzonte ultimo dove si congiungono mare ... terra e cielo! Come nell'udienza di mercoledì scorso ci ha espresso Papa Francesco, nella quotidianeità "tra cielo e terra, siamo una sola grande famiglia".
- E, infine, la chiosa ... "questo solo ricordo"; in un diario - non scritto per altri ma per se stessa - nel quale ci racconta un momento intimo di vita quotidiana vissuta avendo fisso il prorio sguardo nello sguardo del Signore: ovvero, una traduzione del "vivere in maniera staordinaria il quotidiano".
Giuseppina Berettoni ha cercato nella sua vita il superare la divisione interiore e cercare l'unione con Cristo Gesù. Tra volontà indomita di un suo percorso personale e l'abbandono alla volontà di nostro Signore. Questo è il percorso che più ci affascina della sua vita su questa terra, la propria integrità di persona votata al Signore. E l'amore sempre corrisposto con doni mirabili. (Marco V. Stocchi)
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Tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri » (Fil 4,8). |