vedere tutto in
Dio è semplicità d’intelletto
vedere Dio in
tutto è semplicità di cuore
Il brano che viene presentato, ci presenta la virtù della semplicità, oggi divenuta rara, quasi dimenticata dalla nostra società che, al contrario, preferisce la complessità e cerca affannosamente di riempire il vuoto esistenziale con falsi valori senza rendersi conto che la felicità è legata al sentimento della semplicità. I veri sapienti sono i semplici e i più vicini a Dio. È la virtù dei saggi e la saggezza dei santi. Giuseppina osserva la differenza tra il vedere tutto in Dio, che è semplicità d’intelletto e vedere Dio in tutto, che è semplicità di cuore.
L’uomo che vede tutto in Dio,
avrà il cuore distaccato dal bene della terra, ed un adeguato giudizio dei beni
celesti. Perciò anelerà a questi, e disprezzerà quelli. Questo disprezzo (che
con la santa orazione si conserverà) lo renderà indifferente in qualsiasi
evenienza.
Riceva egli, o no, gli onori dovuti al suo grado, soffra, o no, privazioni,
stia egli sano o malato, colui che vede tutto in Dio è persuaso che, tranne il
peccato, non vi è male meritevole d’un tal nome; e solo quello procurerà di
evitare, per sé e gli altri, a qualunque costo.
Ma questo non è che un primo passo nella semplicità. Per avanzare in
essa è necessario: vedere Dio in tutto.
Chi vede Dio in tutto resterà indifferente nei vari casi incresciosi della
vita; non solo, ma ricaverà da questi argomento e motivo per più apprezzare i
beni celesti. Anzi riterrà i mali tutti, che lo possono affliggere, quali veri
beni e come messaggi della volontà di Dio. E li amerà, come una statua, se
fosse capace di intendimento, amerebbe lo scalpello, causa, sia pure
secondaria, della sua bellezza.
Ma l’anima, se vuole giungere alla semplicità perfetta, deve, non solo
nei così detti mali, vedere Dio, ma anche nei beni; perché, ad eccezione del
peccato, gli uni e gli altri vengono da Dio.
Il semplice di cuore al sopraggiungergli una buona o cattiva notizia,
al ricevere un buono o cattivo trattamento, non si querelerà con chicchessia,
ma penserà: Dio me l’ha mandato; sia benedetto in eterno. La semplicità è
l’ultima virtù che si acquista, perché è la più ardua di tutte, ed è la
perfezione d’ogni virtù.
La semplicità è per la santità, quello che sono le sfumature per
un’opera d’arte: il sigillo dell’artista.
Semplice propriamente non è che Dio. Uomo semplice è dunque il più
simile a Lui. O grande e magnifica virtù, deh! Ce la conceda Dio nel più alto
grado.
Giuseppina Berettoni
I santi hanno vissuto e testimoniato “nel più alto grado” la semplicità perché l’hanno amata. Basti pensare a Francesco d’Assisi che amò sempre ed in modo esemplare la santa semplicità, che caratterizzò tutta la sua vita. Frate Francesco, come leggiamo nei Fioretti, raccolse le numerose esortazioni di Gesù alla pratica evangelica della semplicità: “siate semplici come colombe…”, “osservate come crescono i gigli del campo…”, “guardate gli uccelli del cielo…”. Essa è una virtù da riscoprire. La stessa vita cristiana è qualcosa di semplice perché mira all’essenziale e, come sottolinea spesso Benedetto XVI,”il segno di Dio è la semplicità”.
Per acquistare il dono della semplicità e praticarla, Giuseppina indica un mezzo sicuro ed efficace: la preghiera continua e fervente; in un certo senso ci richiama l’espressione di San Paolo “Oportet sempre orare, nunquam deficere” pregare costantemente e mai cessare: oggi, domani e sempre. Anche lo stile di vita della Serva di Dio è stato improntato alla semplicità: distacco, serenità, modestia, oblìo di sé sono stati i tratti caratteristici del suo comportamento abituale.
Per acquistare il dono della semplicità e praticarla, Giuseppina indica un mezzo sicuro ed efficace: la preghiera continua e fervente; in un certo senso ci richiama l’espressione di San Paolo “Oportet sempre orare, nunquam deficere” pregare costantemente e mai cessare: oggi, domani e sempre. Anche lo stile di vita della Serva di Dio è stato improntato alla semplicità: distacco, serenità, modestia, oblìo di sé sono stati i tratti caratteristici del suo comportamento abituale.
Letizia Li Donni