lunedì 21 dicembre 2009

Giuseppina e i sacerdoti



In occasione dell'invito alle Ore Eucaristico-Mariane per la santifi-cazione dei sacerdoti, promosse dalla Congregazione per il Clero presso la Basilica di Santa Maria Maggiore, pubblichiamo un articolo comparso sul nostro Notiziario nel 2008 (n.1) e rinviamo agli articoli comparsi su questo Blog sotto la voce "Giuseppina e i sacerdoti".


  • Adorazione eucaristica per la santificazione dei sacerdoti e la maternità spirituale.

Le recenti esortazioni (2007) del santo Padre Benedetto XV sulla santità del sacerdozio e le iniziative avviate dalla Congregazione per il Clero, richiamano alla nostra attenzione la sollecitudine che la Serva di Dio, Giuseppina Berettoni, durante la sua vita, ebbe a tal riguardo. È noto che la fedeltà alla vocazione sacerdotale richiede costanti sforzi perché non mancano mai situazioni e periodi difficili da attraversare e superare. La Chiesa ha sempre esortato i suoi fedeli a pregare per la santità dei sacerdoti nel mondo. Ultimamente una iniziativa, una vera campagna spirituale promossa dalla Congregazione per il Clero, ha proposto, seguendo l’esempio di Maria, di adottare spiritualmente sacerdoti per aiutarli con l’offerta di sé, la preghiera e la penitenza. L’8 dicembre 2007, è stata inviata una Lettera a tutte le diocesi con l’intento di mettere in atto una rivoluzione silenziosa invitando la cristianità a pregare per la santificazione del clero. Nella Lettera, oltre la proposta di adozione spirituale, si esortano i fedeli ad affidare alla Vergine Maria ogni sacerdote, suscitando nella Chiesa un movimento di preghiera che ponga al centro l’adorazione eucaristica perpetua, in modo da elevare a Dio, in ogni angolo della terra, una preghiera di ringraziamento, lode e riparazione per la santificazione dei sacerdoti.
In sintonia con queste indicazioni era già, più di un secolo fa, la Berettoni che considerava il sacerdozio la dignità più alta perché strettamente legato all’Eucaristia. Per tale motivo, spesso, avvertiva l’esigenza di sprofondarsi davanti a Gesù Sacramentato. Su questa sua appassionata devozione ne ha dato testimonianza il padre Blat nella piccola biografia, da lui redatta per le esequie, che venne posta all’interno della cassa che custodisce le spoglie mortali di Giuseppina.

  • "Vittima per il sacerdozio".
La sua vocazione ad essere madre spirituale per i sacerdoti la visse in maniera particolare tanto da rendersi pronta a sacrificare volentieri la vita per accrescere nel loro cuore anche una sola scintilla di carità. Li amava di una delicatezza inesprimibile perché il Signore le aveva affidato una grande missione a “vantaggio dei suoi ministri” continuatori della sua opera. Infatti, mentre era postulante presso le Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario, nel giorno della solennità di Pentecoste, il 4 giugno 1896, rischiarata da una luce improvvisa, ebbe l’esatta percezione dei tanti e gravi pericoli in cui spesso vengono a trovarsi i sacerdoti. In quegli istanti, sotto l’azione dello Spirito Santo, avvertì fortemente l’esigenza di offrirsi vittima per il sacerdozio, divenendo una fervente apostola presso i suoi fratelli prediletti. Fu questo uno degli avvenimenti più importanti e misteriosi della sua vita interiore.
Il 12 giugno 1896, solennità del Corpus Domini, dopo la Santa Comunione, Giuseppina si offrì vittima per il sacerdozio e per le persone consacrate. Gesù aveva parlato al suo cuore con il persuasivo linguaggio dell’amore: “La missione che Io ti affido a prò dei miei ministri, richiede grande spogliamento di te stessa e molta, molta orazione. Dì al tuo confessore che ti ci disponga: egli sarà il primo su cui l’eserciterai”. Infatti, a mons. Giacomo Radini Tedeschi, suo primo padre spirituale ed uomo di spicco nella Segreteria di Stato vaticana, per l’importante compito che svolgeva (minutante del Papa), Giuseppina riferì con tempestività l’ordine ricevuto e l’atto di offerta. Monsignore, conoscendo la sua giovane penitente, le impose con energica risolutezza di annotare in un apposito libretto quanto Gesù le chiedeva “in proposito dell’ufficio assegnatomi, sia che riguardasse lui, sia altri sacerdoti”. Nel diario leggiamo la reazione che ne seguì: “Eseguii appuntino, sebbene con grande ripugnanza, l’ingiunzione avuta, tanto che Gesù si animò ad affidarmi un altro incarico simile a questo, ma nella persona delle religiose”.

  • "Debbo consigliarlo e amarlo, essendole madre ...".
Nei confronti dei suoi direttori spirituali Giuseppina mostrò sempre premure materne indirizzando loro tenere esortazioni e chiarificazioni, soprattutto nei momenti delle prove. Il suo rapporto con il padre Blat, direttore spirituale per circa un ventennio, è fondato su sentimenti di stima reciproca e devozione filiale. Nell’agosto 1906 Giuseppina così scrive al suo reverendo padre spirituale: “Non solo debbo consigliarlo e amarlo, essendole madre, ma debbo essere anche maestra istruendolo non solo nelle cose spirituali ma anche in altre cognizioni scientifiche, specialmente teologiche, ciò in particolare per la direzione ed il bene delle anime a lei affidate”… Mi sento spinta a scrivere quasi ogni giorno e dovrò comportarmi allo stesso modo che parlando affabilmente ad un figlio …”.

Scorrendo gli avvenimenti che hanno costellato la vita di Giuseppina troviamo molti episodi di questa sua particolare missione che ha al primo posto la venerazione per i sacerdoti. Oltre alla tenerezza, esercitò nei loro confronti la virtù della speranza sì da stimolare l’arricchimento della loro vita interiore. Confortava quelli in difficoltà, li aiutava a scoprire gli aspetti nascosti e migliori della loro personalità, a ristabilire il loro equilibrio, a ritrovare la propria anima. A volte, era bastato un solo colloquio, perché un sacerdote dubbioso uscisse come rinato e pieno di buona volontà per riprendere un cammino interrotto.



Difficile sarebbe elencare in così breve spazio persone ed avvenimenti che riguardano quest’aspetto dell’apostolato berettoniano. Ci limitiamo soltanto a riportare la significativa proposta che la serva di Dio fece a mons. Magnoni quando l’Italia entrò in guerra contro l’Austria nel 1915. Angosciata dalla partecipazione al fronte bellico dei Ministri di Dio, scrisse all’ordinario militare proponendosi come crocerossina per l’assistenza dei sacerdoti combattenti. Espresse così la sua ansia: “non potrei dormire tranquilla sapendo in guerra i Ministri della pace”. Ma la sua generosa offerta di madre spirituale non venne accettata: senza andare al fronte, fu ugualmente in prima linea con i suoi fratelli prediletti combattendo con le armi della preghiera e della penitenza e promuovendo, durante l’avvento del 1915, nelle varie diocesi italiane, con l’appoggio dei Vescovi, una singolare iniziativa: una Comunione generale dei fanciulli pro pace, perché la supplica degli innocenti ponesse fine alla guerra preparata dagli uomini.