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17 gennaio 1991 Mons. Pavel Hnila con i fedeli di Giuseppina Berettoni |
Mons. Paolo Maria Hnlica ha concluso la sua giornata terrena l'8 ottobre 2006 dopo aver dedicato la sua lunga esistenza al servizio della Chiesa.
Nato nel marzo 1921, in un paesino della Slovacchia, entrò nell'Ordine della Compagnia di Gesù nell'estate del 1941, mentre era in pieno svolgimento la Seconda guerra mondiale e l'Europa era sconvolta dal dramma bellico.
Completato il noviziato, alcuni anni dopo, il 29 settembre 1950, fu ordinato sacerdote in segreto, dopo aver vissuto in stretta sorveglianza, la deportazione di altri religiosi. Seguì un periodo di formazione militare che fu un tentativo di rieducazione ideologica.
Il 2 gennaio 1951, a soli tre mesi dall'ordinazione sacerdotale, ricevette clandesinamente la nomina vescovile. Svolse i suoi primi anni del suo instancabile ministero fra tante difficoltà, causate dalla generale povertà dei primi anni del dopoguerra e dalla situazione politica, che si era determinata sotto il regime sovietico, da quando il partito comunista aveva iniziato la sua lotta contro la Chiesa ottenendone il controllo totale e programmandone il suo sterminio.
Perseguitato in quanto la sua attività pastorale, sebbene esercitata con prudenza, era diventata oggetto di sospetti, e trovandosi in condizioni sempre più difficili, fu costretto a rifugiarsi in Austria con un gruppo di profughi connazionali e a far ritorno in patria soltanto nel 1989, anno della caduta del Muro di Berlino.
Noi ricordiamo con tanto affetto la figura di questo vescovo perché fu un devoto di Giuseppina Berettoni: infatti seguiva con interesse le iniziative dedicate alla serva di Dio e più volte ha voluto celebrare l'Eucaresta alla chiesa del Verano il 17 gennaio, come è tradizione fare ogni anno.
Durante l'omelia era solito mettere in risalto le doti umane e i doni straordinari di cui la Berettoni era dotata. Siamo certi che adesso dal cielo ci augurerà a raggiungere il traguardo della sua beatificazione.
Nato nel marzo 1921, in un paesino della Slovacchia, entrò nell'Ordine della Compagnia di Gesù nell'estate del 1941, mentre era in pieno svolgimento la Seconda guerra mondiale e l'Europa era sconvolta dal dramma bellico.
Completato il noviziato, alcuni anni dopo, il 29 settembre 1950, fu ordinato sacerdote in segreto, dopo aver vissuto in stretta sorveglianza, la deportazione di altri religiosi. Seguì un periodo di formazione militare che fu un tentativo di rieducazione ideologica.
Il 2 gennaio 1951, a soli tre mesi dall'ordinazione sacerdotale, ricevette clandesinamente la nomina vescovile. Svolse i suoi primi anni del suo instancabile ministero fra tante difficoltà, causate dalla generale povertà dei primi anni del dopoguerra e dalla situazione politica, che si era determinata sotto il regime sovietico, da quando il partito comunista aveva iniziato la sua lotta contro la Chiesa ottenendone il controllo totale e programmandone il suo sterminio.
Perseguitato in quanto la sua attività pastorale, sebbene esercitata con prudenza, era diventata oggetto di sospetti, e trovandosi in condizioni sempre più difficili, fu costretto a rifugiarsi in Austria con un gruppo di profughi connazionali e a far ritorno in patria soltanto nel 1989, anno della caduta del Muro di Berlino.
Noi ricordiamo con tanto affetto la figura di questo vescovo perché fu un devoto di Giuseppina Berettoni: infatti seguiva con interesse le iniziative dedicate alla serva di Dio e più volte ha voluto celebrare l'Eucaresta alla chiesa del Verano il 17 gennaio, come è tradizione fare ogni anno.
Durante l'omelia era solito mettere in risalto le doti umane e i doni straordinari di cui la Berettoni era dotata. Siamo certi che adesso dal cielo ci augurerà a raggiungere il traguardo della sua beatificazione.
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IN PREGHIERA davanti la tomba della serva di Dio Giuseppina Berettoni |
"La Primula rossa di Dio" - Testimonianza di Renzo Allegri su mons. Pavel Hnilica
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