Si prende una immaginetta ufficiale, se non contraffatta, le si fa un foro con una comune macchinetta, si prende un pezzo di stoffa e dietro lo si sigilla con un falso sigillo della Postulazione - con i moderni mezzi di riproduzione niente di più facile! - ed ecco confezionata una falsa reliquia da porre in vendita su internet.
Così è accaduto anche per la nostra Giuseppina: una falsa reliquia (oggetto 331018373791) è stata venduta sul famoso sito EBAY in questi giorni, utilizzando l'immaginetta che pubblichiamo in questo post.
In questo caso si tratterebbe di una reliquia da contatto di un pezzo di stoffa messo contatto con altre reliquie del santo, "un uso che ha permesso di
soddisfare il desiderio di molti fedeli di possedere un oggetto
collegato al personaggio venerato senza la necessità di procedere al
continuo frazionamento delle reliquie autentiche".
Fatto è che, fino ad oggi, non sono state mai diffuse reliquie di tale specie della serva di Dio Giuseppina Berettoni e che si tratta di un falso. C'è da aggiungere che il primo comma del canone 1190 del Codice di diritto canonico stabilisce che "È assolutamente illecito vendere le sacre reliquie".
Fatto è che, fino ad oggi, non sono state mai diffuse reliquie di tale specie della serva di Dio Giuseppina Berettoni e che si tratta di un falso. C'è da aggiungere che il primo comma del canone 1190 del Codice di diritto canonico stabilisce che "È assolutamente illecito vendere le sacre reliquie".
"Il mercato online delle reliquie è molto vasto, se si cerca il termine
“relic” sull’eBay internazionale i risultati che appaiono sono oltre
70mila. Per regolarne le condizioni di vendita la piattaforma ha
inserito persino un’apposita nota nel suo regolamento
che obbliga i venditori a specificare «di cosa è fatta la reliquia» e
avverte che «se si tratta di resti umani non ne è consentita la vendita
salvo che non si tratti di capelli» (source). Regolamento ... regolarmente disatteso! Nonché per i cattolici un sacrilegio.
ATTENZIONE! IL CENTRO GIUSEPPINA BERETTONI NON HA MAI DIFFUSO IMMAGINI CONTENENTI RELIQUIE DELLA SERVA DI DIO GIUSEPPINA BERETTONI.
Il caso della falsa reliquia venduta su E-BAY (per approfondimento: clicca) non riguarda, comunque, solo
il caso di Giuseppina Berettoni, ma fa parte di una realtà più ampia e anche molto antica,
quella dei procacciatori di reliquie. Lo stesso Centro Giuseppina
Berettoni, tra le richieste che ha avuto, ha rilevato la presenza di "falsi
devoti", interessati solo al collezionismo di reliquie.
La reliquia è per la sensibilità dei cristiani d'Occidente quale è per i cristiani d'Oriente l'icona, ovvero un tramite verso l'Assoluto qui è contemplato nell'icona (di cui molte attribuite alla stessa mano di San Luca) come attraverso un velo, con occhi spirituali che sanno andare oltre l'immagine stessa così per noi cristiani d'Occidente è stata la funzione della reliquia che con la sua consistenza tattile, fino ad essere olfattiva, ci è tramite interiore per cogliere la presenza del trascendente su questa terra, come un ponte verso il cielo. (ms)
RELIQUIE, VENDERLE E' UN SACRILEGIO
Pubblichiamo un'intervista rilasciata a Totus tuus da monsignor Marco Frisina, direttore dell'Ufficio liturgico del Vicariato di Roma ad Aleksandra Zapotoczny.
Mons. Marco Frisina ha autorizzato la preghiera d'intercessione alla sdD Giuseppina Berettoni.
Le ossa più preziose dei gioielli e più costose dell’oro. Gli antichi cristiani affermavano che la devozione dei santi martiri e delle loro reliquie sono la manifestazione di venerazione verso Gesù stesso. Il culto delle reliquie risale ai tempi dei primi cristiani e la croce di Gesù è proprio una delle prime reliquie. Per intercessione dei nostri santi ci rivolgiamo al nostro Dio e per essere più vicini a loro visitiamo i luoghi dove hanno vissuto, cerchiamo i loro ricordi e loro impronte.
Mentre il processo di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II prosegue, desideriamo avere almeno un suo ricordo per sentirci ancora più vicino a Lui. Ogni ricordo possiamo venerarlo per ora in modo privato, nel silenzio dei nostri cuori, fino al giorno in cui la Chiesa lo proclamerà Santo. Monsignor Marco Frisina, direttore dell’Ufficio liturgico del Vicariato di Roma, ci spiega alcune cose necessarie per poter comprendere meglio il mistero delle reliquie.
Che cos’è la reliquia e cosa rappresenta nella Chiesa cattolica?
Mons. Marco Frisina ha autorizzato la preghiera d'intercessione alla sdD Giuseppina Berettoni.
Le ossa più preziose dei gioielli e più costose dell’oro. Gli antichi cristiani affermavano che la devozione dei santi martiri e delle loro reliquie sono la manifestazione di venerazione verso Gesù stesso. Il culto delle reliquie risale ai tempi dei primi cristiani e la croce di Gesù è proprio una delle prime reliquie. Per intercessione dei nostri santi ci rivolgiamo al nostro Dio e per essere più vicini a loro visitiamo i luoghi dove hanno vissuto, cerchiamo i loro ricordi e loro impronte.
Mentre il processo di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II prosegue, desideriamo avere almeno un suo ricordo per sentirci ancora più vicino a Lui. Ogni ricordo possiamo venerarlo per ora in modo privato, nel silenzio dei nostri cuori, fino al giorno in cui la Chiesa lo proclamerà Santo. Monsignor Marco Frisina, direttore dell’Ufficio liturgico del Vicariato di Roma, ci spiega alcune cose necessarie per poter comprendere meglio il mistero delle reliquie.
Che cos’è la reliquia e cosa rappresenta nella Chiesa cattolica?
La parola reliquia ha origine dal latino reliquiae, resti. È una memoria fisica, la testimonianza viva di un santo o di un beato. Nella Chiesa ha sempre avuto un valore grande, perché ci riporta alla concretezza storica come un resto, una presenza del passaggio storico di questo santo. Un altro valore la reliquia ce l’ha per il rapporto fisico che il santo ha avuto con l’Eucaristia, con il Signore Dio, un rapporto anche sacrale. Il valore del corpo di un battezzato, per unione di grazia, è un corpo-tempio dello Spirito Santo. Ma quello di un santo lo è ancora di più, perché ha vissuto nella sua carne questa santità, comunione di grazia con Dio, e il suo corpo è stato abitato dalla stessa grazia in maniera solenne. La reliquia permette di mantenerci quasi in contatto con questo corpo. Nella storia le reliquie hanno avuto un ruolo importante anche nel combattimento contro lo spirito del male, perché la reliquia non è amata dal diavolo, essendo una realtà fisica che ha un rapporto speciale con la grazia.
Ci sono due classi di reliquie …
La
prima classe è costituita dal corpo; la seconda invece dagli indumenti o
dagli oggetti che sono stati in contatto con il corpo di un santo, vivo
o morto. Gli oggetti che sono stati a contatto con la tomba hanno
invece un valore simbolico, affettivo, e vengono chiamati “ricordi”. Il
gesto di strofinare l’oggetto che usiamo tutti i giorni, per esempio il
rosario sulla tomba, ha soltanto valore devozionale.
Quando possiamo cominciare a venerare il beato o il santo?
Quando possiamo cominciare a venerare il beato o il santo?
La
venerazione comincia durante il rito di beatificazione: le reliquie
vengono portate solennemente sull’altare e la Chiesa solo da questo
momento permette la venerazione delle reliquie del santo in modo
pubblico. Nel corso del processo di beatificazione e canonizzazione non è
permesso di venerare il Servo di Dio in questo modo. Nel caso di
Giovanni Paolo II, che tutti abbiamo venerato da vivo per l’affetto che
avevamo per lui e per la sua santità di vita, il santino ex indumentis
- pezzetto della sua tonaca - per ora lo possiamo usare in modo
privato, come ricordo di una persona cara. Bisogna essere sempre
prudenti e avere molta pazienza obbedendo alla Chiesa, aspettando che
sia la Chiesa stessa a proclamarlo santo, e questo porterà molta gioia
umana e spirituale.
Chi può avere le reliquie?
Chi può avere le reliquie?
La
reliquia della prima classe può essere data chiaramente solo per culto
pubblico, quindi per una chiesa, per un oratorio, un seminario. Sempre
sono state poste sotto l’altare delle chiese perché proprio l’altare
dove si celebra l’Eucaristia porti nel suo fondamento la memoria viva di
coloro che sono stati uniti al sacrificio del Cristo con la loro vita.
Non si possono assolutamente vendere o comprare le reliquie (di nessun
genere) perché sono una cosa sacra, non hanno prezzo. Il problema della
vendita di reliquie è molto diffuso su internet e mi permetto di dire
che questo è un sacrilegio. Ovviamente le reliquie sono vere quando sono
controfirmate dal vescovo.
Quali sono le più antiche reliquie nella storia della Chiesa?
Quali sono le più antiche reliquie nella storia della Chiesa?
Le
reliquie portate da Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino I
dalla Terra Santa, sono i chiodi della Croce, la scala del palazzo di
Pilato o la reliquia della Croce di Gesù, che si trova a Roma nella
basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Sono le reliquie che la
tradizione venera da 1700 anni e ovviamente hanno molto valore per noi,
per la nostra preghiera perché ci riportano direttamente all’epoca del
Signore. Anche la Sindone di Torino è una reliquia insigne,
impressionante per il suo valore. A Manoppello il velo della Veronica fa
parte invece delle reliquie che hanno grande probabilità di verità
sulle quali però non possiamo esprimerci con certezza.
Spesso la gente, richiamata dalla curiosità o per la devozione popolare, visita un santuario solo per vedere la testa di Santa Caterina o la gola di Sant’Antonio. La devozione delle reliquie non disturba la viva presenza di Cristo nel Tabernacolo?
Spesso la gente, richiamata dalla curiosità o per la devozione popolare, visita un santuario solo per vedere la testa di Santa Caterina o la gola di Sant’Antonio. La devozione delle reliquie non disturba la viva presenza di Cristo nel Tabernacolo?
Sempre dobbiamo mantenere la
gerarchia: il primo posto lo occupa l’Eucaristia; poi abbiamo la Parola
di Dio e infine le reliquie, comprese le immagini sacre, ricordando che
le immagini sono funzionali alla preghiera. È importantissimo ricondurre
alla giusta devozione per la reliquia, perché è facile cadere nella
superstizione. La reliquia non è un amuleto. Allora: vado in chiesa,
prima mi inginocchio davanti all’Eucaristia poi, magari, vado a venerare
il santo, perché sento la sua protezione. Il santo prega per noi e noi
possiamo pregare per il santo che a sua volta intervenga presso il
Signore, fine ultimo della nostra preghiera. Quando bacio la reliquia di
un santo è come se baciassi la Misericordia di Dio che si è realizzata
in questo santo. Quando prego davanti al corpo di un santo, ringrazio
Dio che ha sostenuto questa persona nel cammino verso la santità.
Dobbiamo sempre ricordare che attraverso il santo adoriamo Dio, come ci
ha insegnato durante tutto il suo straordinario pontificato il Servo di
Dio Giovanni Paolo II.
29 novembre 2006
29 novembre 2006