Testimonianza resa nell’80° del dies natalis
Parlare di Giuseppina Berettoni vuol dire ripercorrere una vita, intensamente vissuta e incondizionatamente dedicata alle opere dell’apostolato. Giuseppina terminò il suo pellegrinaggio terreno il 17 gennaio 1927, dopo aver partecipato alla S. Messa in S. Maria Maggiore, sotto l’amorevole sguardo della Vergine e nello stesso luogo dove era stata anche battezzata nell’agosto 1875. Nascere alla vita cristiana e alla vita eterna nel medesimo luogo è una coincidenza che lascia riflettere molto perché riservata a poche creature.
Ricordare lo spessore di questa umile donna non è facile. Su di lei si è scritto molto presentandola come una eccezionale figura di donna credente, onesta, lineare, dedicata a tempo pieno ad opere di carità, nel compimento delle quali ha testimoniato il suo profondo spirito di fede e la sua ardente carità.
I motivi profondi che spinsero Giuseppina ad occuparsi delle cose di Dio, mantenendo sempre, con grande entusiasmo, la sua fede, vanno ricercati nell’aspirazione che aveva di aiutare il prossimo e di servire la Chiesa con coraggio e sacrificio e, soprattutto, con grande spirito di obbedienza.
Ripercorrendo le tappe della sua vita ed esaminando la sua molteplice attività apostolica scopriamo un’esistenza che presenta fatti, azioni che parlano di vita, di coerenza morale, di grande coraggio.
La sua azione pastorale la vede impegnata in progetti semplici e grandi, realizzati con passione ed intelligenza, apprezzati dal popolo semplice e disattesi dai grandi.
Le azioni che delineano la sua figura, come apostola fra i poveri ed i bisognosi, evidenziano l’elevata sensibilità di cui era dotata ed il vivo desiderio di dialogare con tutti per realizzare una elevazione spirituale che porti a Dio.
Parlare di Giuseppina Berettoni vuol dire ripercorrere una vita, intensamente vissuta e incondizionatamente dedicata alle opere dell’apostolato. Giuseppina terminò il suo pellegrinaggio terreno il 17 gennaio 1927, dopo aver partecipato alla S. Messa in S. Maria Maggiore, sotto l’amorevole sguardo della Vergine e nello stesso luogo dove era stata anche battezzata nell’agosto 1875. Nascere alla vita cristiana e alla vita eterna nel medesimo luogo è una coincidenza che lascia riflettere molto perché riservata a poche creature.
Ricordare lo spessore di questa umile donna non è facile. Su di lei si è scritto molto presentandola come una eccezionale figura di donna credente, onesta, lineare, dedicata a tempo pieno ad opere di carità, nel compimento delle quali ha testimoniato il suo profondo spirito di fede e la sua ardente carità.
I motivi profondi che spinsero Giuseppina ad occuparsi delle cose di Dio, mantenendo sempre, con grande entusiasmo, la sua fede, vanno ricercati nell’aspirazione che aveva di aiutare il prossimo e di servire la Chiesa con coraggio e sacrificio e, soprattutto, con grande spirito di obbedienza.
Ripercorrendo le tappe della sua vita ed esaminando la sua molteplice attività apostolica scopriamo un’esistenza che presenta fatti, azioni che parlano di vita, di coerenza morale, di grande coraggio.
La sua azione pastorale la vede impegnata in progetti semplici e grandi, realizzati con passione ed intelligenza, apprezzati dal popolo semplice e disattesi dai grandi.
Le azioni che delineano la sua figura, come apostola fra i poveri ed i bisognosi, evidenziano l’elevata sensibilità di cui era dotata ed il vivo desiderio di dialogare con tutti per realizzare una elevazione spirituale che porti a Dio.
Mons. Granito Tavanti
Canonico della Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma
Protonotario Apostolico Camerlengo